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Promette Di Onorarti
Shanae Johnson







Promette di onorarti


Copyright В© 2021, Ines Johnson. Tutti i diritti riservati.

Questo romanzo è un’opera di fantasia. Tutti i personaggi, i luoghi e gli eventi descritti in questa pubblicazione sono usati in modo fittizio o sono interamente fittizi. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o trasmessa, in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, se non da un rivenditore autorizzato o con il permesso scritto dell’autore.



Stampato negli Stati Uniti d’America

Prima Edizione Gennaio 2021




Indice


Capitolo 1 (#ub3113698-4680-51b7-b9ab-04fdac147caf)

Capitolo 2 (#uc6d7cced-a77a-5879-a225-41ad7f945473)

Capitolo 3 (#u1853db31-3f0c-53d2-aa6b-4b82447c7a98)

Capitolo 4 (#u0c06c7b7-ae66-561b-8c4c-af1e7e6b93f5)

Capitolo 5 (#uebf64b5b-d244-592c-b3a8-521f13c44987)

Capitolo 6 (#u151671a7-0bfd-5839-968e-5655b8e362eb)

Capitolo 7 (#u4d480536-c8c8-5cfd-b061-1f757621f846)

Capitolo 8 (#uec477b81-8793-5da5-a7c8-2f5031451313)

Capitolo 9 (#udd881ca3-05c1-5a57-8197-90bee7fce094)

Capitolo 10 (#u7ea46471-8382-57be-9423-10f15ddc31e3)

Capitolo 11 (#ufaee4d37-946f-59f9-8561-5681f39c0cac)

Capitolo 12 (#u92139305-7030-5230-b77f-c65bec1a148a)

Capitolo 13 (#u62609b61-cb63-5c68-aaa5-c6b1e8ee0a09)

Capitolo 14 (#ue689bb51-a609-5b42-892d-b78aa0853dc6)

Capitolo 15 (#u1e72a689-2577-5721-93bf-8fff441bc4e0)

Capitolo 16 (#u921a9214-5055-5042-a1cc-ef6519767f6e)

Capitolo 17 (#u95c5e734-77b9-55dd-8810-7493873c7159)

Capitolo 18 (#u048f4126-3ae3-5852-8b4b-d08147687669)

Capitolo 19 (#u9fca0ea9-4a96-553b-9011-06c98c1ccce3)

Capitolo 20 (#u403bfd52-6ffb-5edf-8a67-d1da2d08af32)

Capitolo 21 (#uadc0b072-94bc-590d-b09d-c1415ed540bd)

Capitolo 22 (#uddd4f410-35e2-565f-81d1-c65f5a439021)

Epilogo (#udd671304-7e14-5d30-b44d-21c5b1271e20)




Capitolo Uno


Scout Silver percorse l’ufficio dell’avvocato in lungo e in largo. L’ufficio non era sulla strada principale della cittadina del Montana nella quale aveva vissuto tutta la sua vita. La città era considerata piccola solo per la sua popolazione. La metratura di Honor Valley avrebbe potuto contenere l’isola di Manhattan un paio di volte. Ma le persone che ci abitavano avrebbero potuto tutte starci nello stadio di calcio del liceo, anche abbastanza comode. Anche se probabilmente si sarebbero strette maggiormente abbracciandosi e socializzando.

Quindi no, non era necessario che guidasse per i trenta minuti che le servivano per arrivare nel cuore della cittГ  per sbrigare i suoi affari. Le era bastato sellare un cavallo e cavalcare dal suo vicino al Flying Cross Ranch.

Scout non si era nemmeno presa la briga di bussare alla porta d’ingresso della fattoria dei Matthew. Quella massiccia porta era sempre aperta. Era entrata e si era introdotta nel salotto formale riconvertito, che serviva come ufficio di Haran Matthews, per aspettare.

Invece di aspettare su una delle sei sedie messe nella stanza, camminava avanti e indietro.

L’ambiente familiare avrebbe dovuto alleggerire il suo spirito. C’era l’antica scrivania di quercia sotto la quale nessuno riusciva a trovarla quando giocava a nascondino. Il tappeto afgano ben tessuto di rossi e blu sbiaditi sui cui disegni si concentrava quando veniva rimproverata per qualche imprudenza infantile che non era mai stata una sua idea, ma si era comunque presa la colpa per proteggere le sorelle più giovani e colpevoli.

Erano i quadri alle pareti ad averla sempre affascinata molto. Li guardò in quel momento. La maggior parte delle immagini mostrava uomini neri alti e in uniforme con riproduzioni in bianco e nero e stampe color seppia. La stampa in bianco e nero era un’istantanea del nono reggimento di cavalleria noto come Buffalo Soldiers; gli all-Black Soldiers che avevano combattuto nella guerra civile americana. La fotografia color seppia era un’immagine del Tuskegee Airman; un’altra forza all-Black del secolo precedente. La terza foto era a colori. Mostrava un uomo di colore magro con il braccio attorno a un uomo bianco dal torace muscoloso. Entrambi gli uomini sfoggiavano il moderno stile di mimetizzazione delle tute militari, baffi a manubrio e larghi ghigni di chi sta tramando qualcosa.

Scout allungò la mano verso la foto. Con un tremore all’indice, seguì la linea del sorriso dell’uomo bianco. Cercò con tutte le sue forze di non sbattere le palpebre perché ogni volta che lo faceva, l’immagine di suo padre sbiadiva nella sua mente.

La porta dell’ufficio si aprì. Scout allontanò la mano dalla fotografia sulla parete. Il suo sguardo si fece sapientemente vuoto. I suoi occhi si fissarono sul tappeto afgano come se si aspettasse una punizione per l’imprudenza.

Non entrò né uomo bianco con i baffi a manubrio, né un uomo nero baffuto. La porta si aprì per rivelare una testa di capelli castano scuro molto simile ai suoi. Ma i capelli di Saylor erano tirati indietro stretti in una coda di cavallo piuttosto che sciolti e lungo le spalle come quelli di Scout.

“Siamo le prime due ad arrivare?” chiese Saylor.

“Come sempre.” Scout aprì le braccia alla sorella minore. Le due sorelle maggiori Silver si abbracciarono nella stanza vuota, tenendosi l’una all’altra come se fosse tutto ciò che avevano perché in quel momento era vero.

“Ancora non capisco perché siamo qui?” disse Saylor. “Il funerale del generale è stato tre mesi fa.”

Scout alzò le spalle impotente. “Non sapevo nemmeno che avesse lasciato un testamento. L’unica cosa che possedeva era il ranch, che aveva ceduto alla mamma dopo il loro primo divorzio.”

“No, quella era in realtà la seconda volta che divorziavano,” la corresse Saylor.

Saylor si grattГІ il naso. Quando lo fece, Scout notГІ le borse sotto gli occhi di sua sorella. O Saylor non dormiva bene, o la notte precedente aveva pianto. Scout non sarebbe stata sorpresa se entrambe le ipotesi fossero state vere. Anche se dubitava che le lacrime avessero qualcosa a che fare con la morte del padre di tre mesi prima.

Le figlie del generale Abraham Silver erano state preparate per quel giorno sin dalla loro nascita. Il loro padre, che si era arruolato subito dopo il liceo, era stato uno dei primi Navy SEALS. Quando nacque Scout, era a capo di operazioni segrete d’élite da un decennio. La sua vita era in pericolo la maggior parte delle volte.

“Padre Matthews non ti ha detto niente?” chiese Saylor.

Scout scosse la testa, il suo sguardo tornò alla foto sul muro. Guardò il sorriso sornione dell’uomo con il braccio intorno a suo padre. Proprio come i fratelli biblici nella Bibbia, Haran Matthews e Abraham Silver erano stati come veri fratelli. Tanto che le figlie di Abe avevano sempre chiamato il loro migliore amico e vicino di casa �Padre’. Era una felice coincidenza che il veterano e avvocato fosse anche un uomo di chiesa.

“Se c’è un testamento,” disse Saylor, “pensi che Crudelia lo contesterà?”

Scout rabbrividì alla menzione della seconda moglie del padre. Quel divorzio era stato un campo di battaglia con molte vittime, in particolare i figli. La matrigna Catherine aveva cercato di prendersi il ranch nell’accordo ed era stato il motivo principale per cui il padre aveva ceduto il Silver Star Ranch alla madre la seconda volta che si erano risposati.

“Non lo so,” disse Scout. “Ho una brutta sensazione a riguardo.”

“Crudelia non si è nemmeno presentata al funerale. Ma so che Mareen è qui.”

Come se avesse sentito chiamare il suo nome, il risultato di quel secondo matrimonio entrò dalla porta. L’eleganza di Mareen la precedeva mentre oltrepassava la porta.

Come sempre, teneva la testa alta. Il trucco che ricopriva la sua pelle di porcellana era fatto perfettamente per accentuare gli occhi azzurro cristallino che avevano in comune. Invece di stivali da cowboy come quelli che indossava Scout, o di mocassini come quelli di Saylor, Mareen indossava tacchi a spillo da quindici centimetri, che erano assolutamente poco pratici in un ranch. Ci era stata per un breve periodo, ma poi aveva scelto da che parte stare. E quella parte era stata lontana dal ranch con la madre nell’alta società.

“Signore,” disse Mareen.

Signore. Non sorelle. Non famiglia.

Anche se Saylor e Mareen avrebbero potuto essere gemelle per quanto si assomigliavano. Invece di una coda di cavallo, i capelli di Mareen erano acconciati in uno chignon perfetto. Scout sapeva che la donna come le sue sorelle non aveva dieci decimi, ma Mareen portava le lenti a contatto.

�Nate come i conigli� era un’espressione che Scout aveva sentito sussurrare nelle orecchie dei pettegoli della città. �Gemelle da madri diverse’ era quello che aveva sentito mormorare alle spalle di Saylor nei corridoi della scuola. Sia Saylor che Mareen erano tecnicamente le secondogenite delle sorelle Silver. Entrambe le donne avevano venticinque anni. Nate lo stesso anno. Ma da madri diverse.

Scout e Saylor si scambiarono uno sguardo. Scout fece cenno con la testa a Saylor di dire qualcosa. Saylor inarcГІ le sopracciglia e scosse la testa. Scout alzГІ gli occhi al cielo.

Mareen si voltГІ a guardarle. Giusto in tempo perchГ© Scout e Saylor si raddrizzassero e sorridessero dolcemente. Gli occhi azzurri di Mareen erano sospettosi, ma come sempre, lei non disse nulla, riservando alle sue sorelle maggiori solo il suo silenzio.

Le tre sorelle maggiori Silver furono salvate da un clamore proveniente dalla porta. Si trattava delle tre sorelle Silver piГ№ giovani. Tilly e Gunny entrarono per prime dalla porta con i loro volti identici. I loro capelli biondi erano un segno distintivo della loro madre, la terza moglie del padre.

Beh, tecnicamente Roxanne era stata il quarto matrimonio del padre. Dopo che il generale aveva lasciato la madre di Mareen, era tornato a casa. Per un tempo breve. Ma il secondo matrimonio dei suoi genitori era durato un batter d’occhio.

L’ordine degli eventi era troppo confuso visto che Scout allora era impegnata a imparare l’algebra, così aveva smesso di cercare di risolvere quell’equazione e tutte le sue variabili. Era semplicemente entusiasta di avere due nuovi prodotti della complessa matematica, ovvero Gunnery e Artillery.

Sì, i nomi erano terribili. Tutti i loro nomi erano terribili. Questo dimostrava solo quanto ognuna delle tre mogli dovesse essere stata innamorata di suo padre per permettergli di scrivere quei nomi immutabili sui loro certificati di nascita.

Scout aveva giurato in giovane età che non sarebbe mai stata così perdutamente innamorata di un ragazzo. Aveva avuto un paio di fidanzati nel corso degli anni. Ma ogni relazione aveva confermato il suo impegno a non sposarsi mai e a risparmiarsi il dramma che ne seguiva.

Sorprendentemente, le sue sorelle non condividevano la stessa opinione. Saylor aveva perso la testa per un uomo che Scout sapeva essere un biglietto di sola andata per un avvocato divorzista. Fortunatamente, Scout dubitava che il donnaiolo avrebbe mai portato sua sorella all’altare. Poi c’era Mareen, che sfoggiava un anellazzo sulla mano sinistra.

“Scommetto che papà ci ha lasciato una scorta segreta di denaro,” disse Brig, la più giovane e ultima delle sei sorelle Silver. “Sapete che non si fidava delle banche. Probabilmente ha lasciato delle pile a Padre Matthews, ed è per questo che ci ha chiamate qui oggi.”

Brigadear Silver assomigliava moltissimo a Scout e a Saylor con i suoi capelli scuri e gli occhi chiari. PerchГ©, come Scout e Saylor, Brig condivideva con loro la stessa madre e lo stesso padre. Dopo la sua terza moglie, che era il suo quarto matrimonio, Abraham Silver tornГІ ancora una volta dalla sua prima moglie. A quanto pare, la terza volta fu quella buona, perchГ© rimasero sposati fino alla morte di sua madre, dieci anni prima.

Ma dopo la morte di Sarah Silver, le ragazze raramente rividero il padre. Si tuffГІ nel suo lavoro con i militari, emergendo raramente per piГ№ di una telefonata occasionale con le sue figlie.

“Ehi Mareen, sei tornata,” disse Brig, i suoi occhi luminosi brillavano mentre si lanciava su Mareen.

“Certamente sì!” Mareen offrì alla sorella minore una goffa pacca sulla spalla e un sorriso forzato. C’erano dei segni di cedimento nel sorriso di Mareen.

Brig era una forza della natura. Era anche troppo giovane per aver seguito tutto il massacro dovuto alla guerra emotiva degli adulti. Ma onestamente, Scout semplicemente dubitava che alla giovane donna importasse.

Brig si sedette accanto a Mareen e iniziГІ a chiacchierare dei suoi studi alla scuola statale che frequentava. Mareen cercГІ di mantenere la sua distaccata compostezza. Ma stava scivolando sotto la disinvolta cordialitГ  di Brig, che era come un tornado.

La porta si aprì per la quarta volta. Una parte di Scout era preoccupata che potessero conoscere un settimo fratello o sorella. Ma no, non fu un’altra donna dalla pelle chiara con i capelli castani e gli occhi azzurri ad entrare. Era un uomo dalla pelle scura con i baffi a manubrio. Quel sorriso un po’ sempre malizioso era leggero in quel momento.

Scout aveva sempre considerato Haran Matthews come l’uomo più forte che conoscesse, più forte persino di suo padre perché era tornato a casa per crescere e prendersi cura della sua famiglia. Padre Matthews apparteneva a una stirpe di guerrieri. Il suo bisnonno era uno dei Buffalo Soldiers raffigurati sul muro. Suo padre era stato uno degli aviatori di Tuskegee.

Ma quel giorno padre Matthews sembrava minuscolo e stanco. Scout dovette ricordare a se stessa che padre Matthews aveva perso il suo migliore amico. Il peso della perdita, e qualunque cosa il padre gli avesse incaricato di fare in sua assenza, gravava chiaramente sulle sue spalle.

Si guardò intorno nella stanza, senza incrociare gli sguardi delle ragazze. Fu allora che la brutta sensazione nello stomaco di Scout aumentò. C’era un posto libero, ma lei voleva camminare avanti e indietro. Voleva strisciare sotto l’enorme scrivania di quercia e nascondersi. Invece, fissò lo sguardo sul pavimento e contò i motivi sul tappeto. Qualunque cosa padre Matthews stesse per dire loro, sapeva che sarebbe stata nei guai.

Padre Matthews girò intorno alla scrivania. Guardò intensamente Scout. Così alla fine si sedette anche lei. Una volta che lei fu seduta, si sedette anche lui.

“Ragazze, ho qui le ultime volontà e il testamento di vostro padre.” Padre Matthews fece un respiro profondo prima di continuare. “Vi ha lasciato in parti uguali il ranch.”

“Ma pensavo che la mamma avesse lasciato il ranch a Scout?” disse Tilly.

La madre di Tilly e Gunny era morta poco dopo la loro nascita. Quando il padre si era presentato alla porta della sua ex moglie con due bambine al seguito, Sarah Silver non aveva battuto ciglio. Aveva preso i fagotti e li aveva allevati come se fossero suoi.

“Quando i tuoi genitori si sono risposati l’ultima volta, la proprietà è diventata di entrambi,” disse padre Matthews. “Quando tua madre è morta, è tornato a tuo padre.”

Scout si sedette in avanti. Non lo sapeva. Per tutto questo tempo aveva continuato a gestire le operazioni quotidiane del Silver Star Ranch come se fosse l’unica proprietaria. Aveva convertito la fattoria in un ranch per la riabilitazione dei cavalli e aveva accolto cavalli feriti, abbandonati e scartati, dando loro un posto dove potevano guarire e riprendersi. L’attività non l’aveva resa ricca, ma aveva pagato le spese, compresa l’istruzione delle sue sorelle.

“Beh, ti do la mia parte, Scout,” disse Gunny. “Ti sei presa cura di tutte noi da quando la mamma è morta.”

“Sono d’accordo,” disse Tilly.

Con la coda dell’occhio, Scout vide Brig e Saylor fare un cenno di assenso. Il mento di Mareen non si abbassò. Rimase alto, mentre guardava dritto davanti a sé.

“Temo che non sia così semplice, “disse padre Matthews. “Vedete, vostro padre ha lasciato delle clausole. Uno delle quali è che il testamento non potesse essere letto prima che fossero passati tre mesi dalla sua morte. L’altra clausola…”

Padre Matthews posò la pila di fogli. Chiuse gli occhi e si pizzicò i peli all’orlo dei baffi.

Scout aveva visto suo padre fare lo stesso movimento. Lo faceva spesso quando litigava con sua madre. O quando stava punendo una delle sue figlie. Di nuovo, lo sguardo di Scout si posГІ sul tappeto afgano, seguendo la trama con gli occhi mentre aspettava una punizione per qualcosa che non aveva fatto.

“Come ho detto, vostro padre ha scritto che la terra spetta a ciascuna delle sue figlie allo stesso modo. Tuttavia, prima che qualcuno di voi possa vendere o trasferire le proprie porzioni…” Padre Matthews bevve un altro sorso, evitando ancora i loro sguardi. “Prima che qualcuno di voi possa vendere o donare la propria parte, dovrà sposarsi.”

C’era silenzio in quella stanza che era sempre stata piena di tante risate, qualche rimprovero, e la profonda voce baritonale di padre Matthews che raccontava vecchie storie ai suoi figli e alle figlie del suo migliore amico.

“Sposarsi?”

“Sposarsi!”

“Sposarsi.”

Solo Scout, Saylor e Mareen rimasero in silenzio a quella frase.

Padre Matthews alzГІ la mano come se non avesse finito. Ma cosa potrebbe esserci di piГ№?

“Se non sarete tutte sposate entro la fine dell’anno della morte di vostro padre, la terra andrà…” E in quel padre Matthews alzò lo sguardo. Alzò lo sguardo su Scout. “… alla sua seconda moglie, Catherine.”




Capitolo Due


Lincoln Rawlings girГІ la testa il piГ№ possibile. Lo schiocco dei tendini mise i suoi nervi in allerta. Gli spari erano stati una sirena costante nel suo alloggio per anni, non permettendogli mai di rilassarsi completamente ovunque posasse la testa.

Per un secondo, il suo cervello si annebbiò, ributtando la sua mente nella nuvola scura della battaglia. �Massima attenzione’ era una frase comune nell’esercito che significava stare all’erta, poiché il pericolo era sempre presente. Ma guardando il cielo del Montana, sapeva che non c’era alcun pericolo. Il Purple Heart Ranch era uno dei posti più sicuri al mondo, specialmente quando si trattava di soldati feriti come lui.

Non doveva stare all’erta. Non doveva stare in guardia. L’unico conflitto era dentro di lui.

Linc inclinò la testa all’indietro. Lasciò che i suoi muscoli scoppiettassero come popcorn al sole. La luminosità della luce penetrava appena nell’oscurità che si insinuava nella sua mente. Linc sapeva che molto presto, la nebbia nata dalla guerra, le ombre che si erano infiltrate negli angoli del suo cervello e avevano cominciato a divorare la sua attenzione, la sua memoria, quell’oscurità un giorno lo avrebbe inghiottito intero, senza lasciare nulla dietro di sé.

L’abbaiare di un cane attirò la sua attenzione. Il minuscolo Irish Terrier lo guardò con grandi occhi sulla sua testolina. Le sue zampe anteriori premevano a terra come se fosse sull’attenti. Non aveva le zampe posteriori. Al loro posto c’era una sedia a rotelle attaccata alle sue gambe posteriori inerti. Le ruote si fermarono mentre il cane posava il sedere a terra.

Linc dovette sforzarsi per far uscire il respiro che tratteneva mentre il cane si sedeva. Molti cani dell’esercito erano addestrati a sedersi quando rilevavano le sostanze chimiche che componevano una bomba. Ma il cane con la sedia a rotelle non era più idoneo per essere un cane da campo. Proprio come Linc non era più idoneo per operare sul campo.

I suoi giorni in servizio erano finiti dopo che i medici lo avevano operato. Il suo corpo era intero, intatto. Era la sua mente che non era piГ№ autorizzata al servizio.

Ruotando di nuovo la testa, Linc sentì i tendini del suo collo schioccare ancora una volta. Il cane emise un gemito di compassione. Linc si chinò e diede al cagnolino una grattatina dietro le orecchie. Dopo le coccole, il Terrier alzò la groppa e mise in moto le sue ruote. Missione compiuta, se ne andò al trotto, poiché aveva ottenuto ciò per cui era venuto.

Missione compiuta. Quelle parole risuonarono come un’eco nelle caverne vuote del cervello di Linc. Doveva essere in missione… ma i dettagli erano offuscati.

Linc si strofinò la fronte, cercando di ricordare il motivo per il quale fosse uscito. Il suo borsone era ai suoi piedi, come se fosse pronto per essere rigirato e spedito verso qualche terra lontana. Aveva le chiavi della macchina in una mano. Era stato autorizzato a guidare un’automobile, ma non riusciva a ricordare dove dovesse andare…

Premuto nel palmo della sua mano, dietro il mazzo di chiavi, c’era un quadrato di carta gialla. L’adesivo in cima al biglietto si era attaccato alla parte superiore del palmo. C’erano parole scarabocchiate al centro con una scrittura in grassetto e a blocchi.

Obiettivo della missione: Silver Star Ranch.

Missione: mantieni la tua promessa fatta al generale.

La mente annebbiata di Linc si schiarì. Quelle parole bastarono a ricordargli cosa dovesse fare, quale fosse la sua missione… la sua missione finale. Sollevò il borsone, strinse le chiavi della macchina tra le mani e attraversò il cortile fino alla clinica del ranch.

Passando davanti alle infermiere e ai dottori, Linc sorrise gentilmente. Era difficile per lui associare volti e nomi. Quelli erano gli uomini e le donne che lo avevano aiutato a guarire dopo la sua missione. Non voleva sembrare scortese. Voleva sembrare guarito. Anche se non lo sarebbe mai stato davvero.

Raggiunta la sua destinazione, Linc non si preoccupò di bussare alla porta. Era socchiusa e all’interno c’erano altri cinque uomini. Un uomo era seduto sul letto e si stava allacciando gli scarponi. Ci metteva tempo poiché usava solo una mano per farlo. La mano sinistra di Jefferson giaceva sul materasso mentre si dibatteva.

Nessuno degli altri uomini si mosse per aiutarlo. Nessuno di loro parve notare il suo momento di difficoltà. Jeff era l’unico della loro unità che se ne era andato con una ferita visibile. Gli altri uomini riuscivano a nascondere le loro cicatrici, ma solo se non si guardavano negli occhi.

“Pronto ad andare?” chiese Linc, una volta che Jeff ebbe finito.

Carter e Truman, i piГ№ vicini alla porta, annuirono. Afferrando i loro borsoni, si imbatterono in Lincoln. Wilson, che stava alla finestra, si allontanГІ dal muro. Prese il suo borsone e poi quello di Jeff prima di stringere la mano in un pugno e allontanarsi. Jeff fece finta di non accorgersene e sollevГІ il borsone sulla schiena con la mano destra.

“Ci siamo persi il funerale,” disse Jeff.

Non si sarebbe potuto fare altrimenti. Erano tutti ricoverati in un ospedale tedesco al momento del funerale del generale Silver, tre mesi prima. Il mese scorso erano stati mandati al Purple Heart Ranch per lavorare su se stessi. Ogni uomo aveva esitato all’idea di venire al ranch di riabilitazione. Ma si trattava di un ordine, l’ultimo del loro comandante in capo.

Il generale Silver amava chiamare la sua unità �gli uomini del Presidente’ perché ognuno dei soldati aveva il nome di un presidente. Linc si era chiesto se il generale avesse scelto i ragazzi proprio per quel motivo. Qualunque fosse stato il processo di selezione del generale, era stato azzeccato. I sei uomini avevano lavorato insieme armoniosamente nel corso degli anni, eseguendo le missioni più difficili che l’esercito aveva messo loro sulle spalle.

Fino all’ultima missione. Quella che li aveva quasi ammazzati. Quella che si era presa il loro giocatore più prezioso, proprio il generale.

“Il ranch Silver Star è a trenta chilometri da qui,” disse Linc. “Prendiamo due mezzi e ce ne andiamo. Dovremmo arrivare alle 11.”

“Questa non è una missione, Linc,” disse Wilson. “Abbiamo chiuso con l’esercito.”

Era vero. Ognuno degli uomini del Presidente aveva ricevuto un congedo medico dopo il periodo trascorso nell’ospedale tedesco. Insieme a quel congedo onorevole, ogni uomo aveva ricevuto la Medaglia d’Argento d’Onore per le azioni eroiche che tutti avevano compiuto nella loro ultima battaglia.

“Tutto quello che voglio fare è riposare,” disse Jackson. C’era un tocco di grigio che si insinuava nell’attaccatura dei capelli alle sue tempie.

“Tutto quello che voglio fare è trovare una brava donna e fare dei bambini,” dichiarò Carter mentre si passava una mano tra i capelli eccessivamente acconciati.

Truman rimase in silenzio. Come Linc, anche lui voleva tornare nell’esercito. Ma l’unico modo sarebbe stato accettare un lavoro d’ufficio. E sarebbe stata una morte lenta.

“Abbiamo promesso di farlo,” disse Linc.

Quell’affermazione li zittì tutti. Anche tre mesi dopo, tutti sentivano ancora fortemente la perdita del loro leader. Linc era sicuro che ogni uomo potesse ancora sentire l’esplosione che si era portata via il loro capo. Tutto quello che gli era rimasto era l’impegno che avevano preso, l’impegno di proteggere le sue sei figlie e vedere se c’era qualcosa che gli uomini del Presidente potessero fare per quelle ragazze.

“Prepariamoci e andiamo via.”




Capitolo Tre


“Gunny, rispondi,” Scout mormorò quell’ordine al cellulare.

Di solito era fortunata se prendeva tre tacche piene. La copertura al Silver Star Ranch era notoriamente incostante. Ma era una giornata senza nuvole. Uno stormo di cinque uccelli volò in formazione, rispecchiando il forte segnale sul quadrante del suo telefono. L’unico problema era il cinguettio elettronico della suoneria dall’altro capo del telefono.

“Gunnery Ulysses Silver, è meglio che tu risponda a questo telefono che mi devi aiutare…”

Un lungo segnale acustico interruppe la minaccia di Scout a sua sorella. Scout si levò bruscamente il telefono dall’orecchio e fissò l’apparecchio. Sbuffando, premette per richiamare.

“So che ci sei,” sbuffò nuovamente Scout nel ricevitore. In risposta, il telefono squillò e squillò di nuovo. “Ma ce l’hanno la rete nel bel mezzo di… dov’è che è lei già?”

“Nel deserto del Namib,” disse Brig mentre conduceva un alto Purosangue all’alimentatore lento.

Il cavallo da corsa, un tempo orgoglioso, camminava lentamente al comando, con la testa bassa. Scout trasalì mentre guardava quel grande sguardo marrone profondo del cavallo restringersi come se ogni passo fosse doloroso.

Probabilmente era davvero così. Heathcliff era arrivato da loro dopo aver perso la sua decima gara consecutiva due anni prima. Il suo proprietario era stufo e pronto ad abbattere il cavallo poiché in quel momento non era più redditizio. Scout aveva convinto quel miserabile a darle il cavallo. Lei e Saylor avevano lentamente curato il cavallo stanco fino a ridargli una parvenza di salute, anche se non avrebbe mai più corso. Il che fu meglio così.

Nessuno qui cercherebbe di continuare a spingere un cavallo ad essere per forza il massimo. Potevano essere ciò che volevano. Il Silver Star Ranch era un luogo di riabilitazione, di miglioramento, forse anche un po’ di rinvigorimento. Ma non di recupero.

I cavalli che arrivavano qui erano stati spezzati, nel corpo o nello spirito, dagli umani che li avevano posseduti. Scout non aveva alcun interesse a rattopparli e rimandarli indietro. Qui gli animali avrebbero vissuto il resto dei loro giorni in pace mentre guarivano dall’interno.

In origine, era stato un ranch per allevare il bestiame. Ma per il suo ventunesimo compleanno, appena tre anni dopo la morte della madre, e la continua assenza di suo padre mentre intraprendeva una missione dopo l’altra con i militari, Scout aveva venduto il bestiame e trasformato la terra in un ranch di riabilitazione per cavalli maltrattati e fuori dalle corse.

Suo padre aveva esitato all’idea, insistendo sul fatto che fosse fallimentare. Aveva anche insistito sul fatto che fosse il momento di sposarsi e lasciare gestire a un uomo il ranch per lei. Gli aveva risposto che se avesse voluto un uomo al comando, allora sarebbe dovuto tornare a casa e dirigersi il posto da solo.

Non era tornato a casa. Le loro chiamate divennero sempre meno frequenti. Fino a quando non ce ne furono più e lui morì.

Scout inspirò e si strofinò il naso. Sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di eliminare qualsiasi sentimento negativo. Il segnale acustico della segreteria le risuonò nell’orecchio, annunciando che sua sorella non avrebbe risposto alla sua chiamata tanto presto.

Scout ebbe l’impulso di sbattere il telefono a terra. Ma non osò. Non voleva spaventare il cavallo che portava a mano. E così interruppe la chiamata per dedicarsi a un problema che poteva risolvere.

A Bingley mancavano dei pezzi di mantello biondo. Era il risultato dell’essere rimasto intrappolato in un recinto di filo spinato per ore. Il cavallo Sorrel era ancora un bellissimo animale con il suo mantello e la criniera biondi. A causa della sua colorazione, le sorelle Silver l’avevano battezzato con il nome dell’altrettanto biondo eroe del romanzo preferito della madre.

“Non preoccuparti, ragazzo,” lo calmò Scout. “Troverò una soluzione. Non permetterò a nessuno di portarci via da casa nostra.”

Bingley scalpitava a terra. Scosse la testa avanti e indietro mentre un gemito sommesso gli uscì dalla bocca. Scout si chiedeva se dubitasse di lei? Era più probabile che il cavallo avesse una profonda sfiducia negli umani in generale. Era stato trattato male. Gli squarci nella sua pelle erano dovuti alla negligenza dei suoi precedenti proprietari. I fili avevano scavato in profondità ed erano rimasti attaccati per ore prima che qualcuno se ne fosse accorto.

Ancora allora, l’animale si spaventava facilmente quando si sentiva confinato e messo alle strette. Sia Brig che Scout si assicurarono di rimanere nel campo visivo del cavallo mentre curavano le sue ferite, ferite che avrebbero dovuto curare per il resto della vita del cavallo. I proprietari avevano scartato l’animale quando aveva perso un po’ della sua bellezza. Ma agli occhi di Scout, quel maschio era ancora bellissimo con le sue cicatrici guarite.

Tutte le due dozzine di cavalli di questo ranch erano entrate nel cuore di Scout nel corso degli anni. Lei e le sue sorelle erano state quelle che avevano accompagnato ognuno di loro fuori dall’oscurità e di nuovo nella luce. Avevano dato amore e attenzione, gentilezza e cura quando quelli che avevano originariamente preso l’impegno avevano voltato le spalle a quegli animali.

E in quel momento suo padre pensava di poter forzare la mano delle figlie? E di poter eliminare così tutto il bene che avevano fatto perché non aveva mai avuto il figlio che bramava? Non se la riguardava.

Ma cosa poteva farci? Padre Matthews le aveva mostrato che quelle scartoffie esistevano davvero. Non c’erano scappatoie. O lei e le sue sorelle si sarebbero sposate, o avrebbero perso tutto.

“Gunny ha detto che sarebbe rimasta fuori dal gioco per almeno un mese,” disse Brig.

Non avevano molto tempo. Erano già passate due settimane dalla lettura del testamento del loro papà. Avevano solo pochi mesi prima della fine dell’anno. E nessuna delle sue figlie aveva alcuna prospettiva di matrimonio. Tranne Mareen.

Mareen avrebbe dovuto celebrare un matrimonio invernale poco prima di Natale. Scout lo sapeva solo perché aveva visto l’annuncio sui giornali dell’alta società. Nessuna delle sue sorelle aveva ricevuto un invito.

Quello di cui Scout fu più sorpresa era che il matrimonio fosse ancora previsto. Non escludeva che Crudelia potesse posticipare il matrimonio di qualche settimana per ottenere il ranch. Ma pensava che la matrigna conoscesse troppo bene le figlie del suo ex marito. Sapeva che non c’era modo che le cinque ragazze supponenti, sboccate e immature potessero far abboccare un uomo in tre anni, figuriamoci tre mesi.

Riabilitare questi animali era diventato il lavoro della vita di Scout e anche di Saylor. Non avrebbero rinunciato per un uomo. Tutto quello che doveva fare era trovare un marito. Come sarebbe stato possibile? Le persone si sposano ogni giorno. E divorziano il giorno dopo, la sua famiglia ne era un esempio.

Tuttavia, Scout faceva fatica a trovare un uomo da legare a sé. Non sapeva esattamente dove cercarsene uno… Nessuno dei ragazzi in città andava bene. Era cresciuta con loro. Li aveva battuti in troppi sport. Aveva alzato la mano per rispondere a tutte le domande che loro sbagliavano. Che sorpresa… ai ragazzi non piaceva.

Forse avrebbe dovuto andare fuori città? Ma dove sarebbe andata una volta arrivata lì? In un bar? Non era una grande bevitrice. In un night club? Era ancora meno una ballerina. E non aveva niente da mettersi.

Cosa pensava suo padre? Non ГЁ che gli uomini cadessero dal cielo.

Il rumore di stivali sul terreno fece voltare Scout. Sei degli uomini piГ№ alti e piГ№ muscolosi che avesse mai visto in vita sua stavano camminando verso il recinto. Quello in testa era un bellissimo esemplare.

Non era il più alto. L’uomo dalla pelle scura alla sua sinistra era più alto di qualche centimetro. Ma il tipo al centro si dava un po’ di arie. Il suo sguardo scuro era attento, concentrato. I suoi pettorali ampi erano chiaramente definiti dalla camicia marrone chiaro che indossava. Appoggiato al centro del suo petto c’era l’inconfondibile piastrina di identificazione rettangolare.

Soldati…

Cosa ci facevano dei soldati nel suo ranch? Cosa ci facevano sei soldati nel suo ranch? Subito dopo la lettura del testamento di suo padre e la folle condizione che aveva imposto alle sue sei figlie?

Bingley doveva aver sentito lo stesso formicolio che gli percorreva la schiena perchГ© stava scalpitando ancora. La sua testa agitГІ con piГ№ forza la corda. Non riusciva a vedere la minaccia che stava arrivando al suo fianco.

Prima che Scout potesse reagire, il cavallo si impennò sulle zampe posteriori. Bingley riuscì a liberarsi e scappò. Scout era lenta mentre cercava di inseguirlo. Ma a quanto pare, non ce n’era bisogno poiché i sei soldati entrarono nel recinto e si misero attorno al cavallo.




Capitolo Quattro


Linc non era cresciuto con i cavalli. Nessuno degli uomini del presidente l’aveva fatto. Ma quando erano diventati un’unità sotto il generale, era stata una delle prime cose che Silver aveva spinto i suoi uomini a imparare. Ovvero come cavalcare ma anche come gestire un cavallo.

“In una mandria, c’è sempre un leader passivo e c’è sempre un leader alfa,” amava dire il generale Silver. “Il cavallo alfa è a sangue caldo e prepotente. Spingerà e si infilerà per raggiungere la parte anteriore. Gli altri cavalli si toglieranno di mezzo, ma raramente li vedrai seguire l’alfa.”

Quando quel possente cavallo biondo si impennò sulle zampe posteriori, Linc non ebbe bisogno di dare l’ordine. Si mosse silenziosamente, lentamente, nel recinto. I suoi uomini si aprirono a ventaglio dietro di lui, seguendo le sue orme.

“Il capo passivo si occupa della mandria,” aveva insegnato loro il generale Silver. “Sono attenti agli eventi e staranno a guardare se un altro cavallo si sia allontanato o sia in difficoltà. È per questo senso di unità ed egualitarismo che altri cavalli li seguono volentieri.”

Quando il cavallo biondo si era spaventato, aveva quasi fatto cadere la donna che lo portava a mano. In quell’istante, tutta l’attenzione di Linc si spostò dal cavallo agitato alla donna.

Quegli occhi… Anche a metri di distanza, lo splendore del loro azzurro lo stupì. Le spalle di Linc si raddrizzarono quando quello sguardo mozzafiato si posò su di lui. Ebbe l’impulso di alzarsi sulle dita dei piedi e scalpitare a terra alla vista di lei. Voleva ringhiare come un orso allegramente nell’aria a tutto ciò che gli stava intorno. Voleva seguirla in giro per il recinto finché non avesse avuto tutta la sua attenzione.

Ma qualcosa lo bloccava. Era il cavallo biondo e irritabile che ora era libero. Linc avrebbe voluto entrare in azione e puntare dritto verso l’angelo dagli occhi azzurri. L’aveva quasi fatto, ma la mano di Jefferson sulla sua spalla lo tratteneva.

Linc aveva quasi dimenticato l’addestramento del Generale. Non si attacca mai un cavallo nervoso. Solo un alfa farebbe una mossa così sciocca. Ci si avvicinava al cavallo con calma, piano, passivamente, facendogli capire che non si intendeva fargli del male.

Senza dire una parola, i sei soldati si sparpagliarono intorno al recinto. Lentamente, piano, con calma. Con la coda dell’occhio, Linc poteva vedere che anche i loro respiri erano sincronizzati. Gli uomini del presidente si mossero in squadra verso la bestia, bloccando ogni via di fuga.

Il cavallo rallentГІ i suoi movimenti nervosi, ma non si fermГІ. La sua testa ondeggiava a destra e a sinistra, segno che fosse ancora nervoso. La voce di Jefferson si fece sentire. Con i suoi toni calmi e rilassanti.

“Abbassa la testa, ragazzo,” disse Jeff. Alzò la mano destra mentre il braccio sinistro penzolava al suo fianco. “Va tutto bene. Siamo amici.”

Come in trance, il cavallo iniziò ad ascoltare il comando di Jeff. Linc colse l’occasione per allontanarsi lievemente e girare intorno al cavallo verso la donna da cui il cavallo era scappato.

Per la prima volta, Linc notò che in realtà c’erano due donne. Nessuna delle due si era spostata dal proprio posto sul lato opposto del recinto. Entrambe fissavano, con gli occhi azzurri spalancati, i sei uomini che circondavano il loro cavallo. Era chiaro che si trattasse di due delle figlie del generale. Se non fosse stato per i capelli castani e il mento orgoglioso, sarebbero stati gli occhi azzurri a dargliene conferma. Linc non aveva mai visto una tale sfumatura di azzurro.

Squadrò rapidamente la donna dall’altra parte della recinzione. Era più giovane, aveva le guance un poco più paffute che lo mostravano. Il suo shock stava rapidamente svanendo per essere sostituito dal divertimento e da un’altra diavoleria, uno sguardo che il generale aveva l’abitudine di avere negli occhi prima di pronunciare un cambiamento avvertibile nel piano della missione.

Lo sguardo di Linc passò oltre la giovane Silver fino alla donna all’interno del recinto. Ancora una volta, il suo sguardo trovò quello della donna e si fissarono. Ancora e ancora.

La confusione che Linc aveva in testa da quell’ultima operazione si dissipò e si schiarì mentre lui guardava in basso verso quello sguardo azzurro cristallino. Sparito lo stress da combattimento, tutto aveva di nuovo un senso per lui. Tutti i suoi pensieri ebbero un senso. Tutta la sua comprensione e ragionamento si sincronizzarono e concentrarono su di lei.

La mano di Linc avrebbe voluto avere una penna e dei foglietti adesivi. Voleva essere sicuro di non dimenticarsi nulla di lei. Non l’inclinazione dell’angolo delle sue ciglia a destra. Neppure come si dilatavano le narici quando lei espirava. Neppure come il centro-sinistra delle sue labbra polpose si contraesse mentre lei lo squadrava.

Era sull’attenti per lei. Le sue spalle erano indietro. Il suo mento era alto. Ma non distolse lo sguardo come gli era stato insegnato all’accademia militare. No, guardò direttamente in quello sguardo azzurro, sperando di aver superato l’esame, mentre aspettava qualsiasi ordine lei potesse dargli. Perché sapeva, senza dubbio, che avrebbe accettato qualsiasi missione assegnatagli da quella creatura mozzafiato.

“Chi sei?” chiese lei. La sua voce era altezzosa. Le sue parole taglienti. Il suo tono esigeva una risposta.

Linc non poteva nascondere il sorriso che gli copriva la faccia. Era decisamente la figlia del generale. Probabilmente la maggiore. Come si chiamava? Sapeva che glielo aveva detto il generale. Aveva detto loro tutti i nomi delle sue figlie. Ma i dettagli non erano quelli che Linc teneva in cima alla sua montagna di post-it.

“Mi ha mandato tuo padre,” disse.

A quel punto, il suo sguardo si restrinse ancora di più su di lui. Quelle ciglia a destra si alzarono ancora di più. “Fammi indovinare, ti ha mandato a sposarmi.”

Non era stata quella la ragione della missione lì. Lo aveva fatto? Linc voleva consultare i suoi appunti.

�Ti ha mandato a sposarmi.’

Linc non sentì il bisogno di frugare in tasca. La sua mente era chiara. Le sue sinapsi si stavano attivando. In effetti, stavano riscrivendo lo scopo per il quale fosse lì, in quel ranch, il quel preciso istante. Attraverso la parte anteriore del suo cervello, Linc vide una nuova rete di obiettivi e compiti che si organizzavano. Il suo nuovo obiettivo della missione era chiaro come la luce del giorno, chiaro come l’azzurro dello sguardo di quella donna.

�Ti ha mandato a sposarmi.’

Lincoln Rawlings era prima di tutto un soldato. Era un uomo che viveva aspettando la prossima missione. Il suo comandante lo aveva mandato qui come ultima missione. Ma il generale Silver non era stato chiaro sul suo obiettivo mentre giaceva morente per le ferite riportate.

�Ti ha mandato a sposarmi.’

Linc non avrebbe avuto bisogno che gli si ricordasse che quello era ciГІ che doveva fare della sua vita. I lineamenti della figlia del generale Silver erano impressi a fuoco in ogni parte del suo cervello, comprese le parti che non funzionavano in modo ottimale. Ancora piГ№ importante, il suo suggerimento era un comando che voleva seguire. Una missione che era ansioso di intraprendere. Un compito per il quale si stava giГ  preparando tatticamente.

�Ti ha mandato a sposarmi.’

Non era stato esattamente l’ultimo ordine del generale per i suoi uomini, ma ogni parte di Linc era felice di seguire quell’ordine.




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